Api: molto più che produttori di miele

Le api fanno molto più del miele: esse grazie all’impollinazione permettono la sopravvivenza dell’intero mondo vegetale, giocando un ruolo essenziale negli ecosistemi.
Se loro sparissero, la natura smetterebbe di nascere e vivere rigogliosa come la vediamo oggi.
Difatti le api, a differenza di altri insetti impollinatori che si nutrono per cibarsi individualmente, raccolgono più polline possibile da portare all’alveare, spostandosi quindi di fiore in fiore.

Rivestono dunque un ruolo importantissimo per l’ecosistema e se la loro scomparsa divenisse realtà si romperebbe l’intero equilibrio vegetale con gravi conseguenze per la biodiversità del pianeta.
Si metterebbero a repentaglio le fonti di alimentazione degli animali a vita libera ma anche le attività di sussistenza umane (ricordiamo che l’impollinazione è responsabile di circa il 75% della produzione agricola!)
Esiste anche un’impollinazione artificiale, ma è molto laboriosa, lenta e soprattutto costosa.

Secondo delle stime, le api svolgono gratuitamente per noi un servizio del valore di circa 265 miliardi di euro l’anno. Difendere le api è quindi nel nostro interesse, anche da un punto di vista economico.


Cosa minaccia la sopravvivenza delle api? 

Esistono numerosi fattori che minacciano la loro sopravvivenza, tra cui i più importanti sono l’uso di pesticidi, la perdita di habitat naturali, malattie e parassiti ed infine i cambiamenti climatici

Inoltre il calabrone asiatico (Vespa Velutina) mangia le api e purtroppo molte specie si stanno espandendo oltre i confini del loro habitat naturale, trovandosi di fronte api impreparate ed indifese di fronte a loro. Dobbiamo pensare che per un calabrone trovare un alveare è come andare a caccia in un pollaio. Questo calabrone inoltre uccide le api sia direttamente cibandosene, sia indirettamente assediando i loro alveari. Si stima che un areale occupato da vespe velutine possa portare fino alla perdita del 50% di alveari. 

La minaccia che però ci preme sottolineare è rappresentata dall’uso di insetticidi nelle piantagioni agricole che l’ape assume quando va a succhiare il nettare nei campi coltivati, riducendo la sua aspettativa di vita di circa il 10% (un’ape operaia sana solitamente vive dai 65 agli 85 giorni).

Da un’analisi è emerso che un quarto delle oltre 20.000 specie di api conosciute non viene più censito. 

L’agricoltura ecologica senza pesticidi è una realtà possibile e noi possiamo ancora fare la differenza.

 

Cosa possiamo fare noi? 

    1. Piantare delle mellifere, ovvero piante che piacciono alle api (per esempio calendula, tulipani, margherita, lavanda, timo, grano saraceno, girasoli, malva, finocchio, rosmarino, aneto, coriandolo e tante altre ancora) 
    2. Piantare alberi che costituiscano un habitat per le api: esse sfrutteranno le foglie degli alberi e la resina da cui ricaveranno il materiale per la nidificazione, inoltre le cavità naturali del legno sono ottimi rifugi.
    3. Non utilizzare prodotti chimici nell’orto e nel giardino 
    4. Acquistare miele da produttori locali per sostenerli 
    5. Ricreare un habitat per loro: costruisci loro una casetta (basterà creare una cornice di legno e inserire all’interno pezzi di legno al quale avrete fatto dei fori, alternati a piccoli rametti e/o canne di bambù)

Ricorda infine che esiste la giornata mondiale delle api, celebrata il 20 maggio: cogli l’occasione per condividere qualcosa sui social o per parlarne con i tuoi amici, sensibilizzando le persone che ti circondano e che non sono a conoscenza di questa triste realtà…Possiamo ancora salvare le api insieme! 

 

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